Zero-party data: Ottieni informazioni più approfondite sui clienti con la gamification

Zero-party data: Ottieni informazioni più approfondite sui clienti con la gamification

I zero-party data sono il gold standard per i marketer e i proprietari di aziende per il trattamento di informazioni utili, poiché vengono condivisi intenzionalmente e direttamente con un marchio dai clienti stessi. Tali dati possono includere le preferenze dei consumatori, le loro intenzioni di acquisto, il loro contesto personale e il modo in cui vorrebbero essere visti e trattati.

Non si tratta di dati demografici, che possono essere eccessivamente generici, o di dati basati sui precedenti acquisti presso altre aziende, che possono risultare irrilevanti. Non si tratta nemmeno di dati basati sulle interazioni storiche del cliente con l’azienda in questione, che possono essere obsolete o fuori contesto: sono informazioni che il cliente fornisce volontariamente e intenzionalmente che generano un aiuto reciproco tra l’utente e l’azienda. Essenzialmente, fornire zero-party data è un’auto-segmentazione da parte della tua base di clienti.

Ma come si ottengono queste informazioni? Come far sì che i tuoi clienti ti dicano come vogliono essere trattati e cosa vogliono davvero dal tuo marchio? In questo articolo analizzeremo come utilizzare i contenuti ludicizzati e i giochi di marketing per rendere efficiente e affidabile la raccolta di zero-party data.

Un esempio di zero-party data

È probabile che tu abbia già fornito zero-party data ad alcuni marchi. Ad esempio, se hai interagito con un modulo su un sito che vende prodotti per la cura della pelle high-end e hai spuntato una casella che dice: “Eseguo una routine di skincare rapida, ma penso che potrebbe migliorare; vorrei saperne di più”, hai fornito a quel marchio zero-party data.

Il marchio potrebbe quindi offrire un percorso più personalizzato e inviarti vari contenuti se ti sei iscritto alla sua mailing list, così come a coloro che spuntano la casella con scritto: “Il mio viso è la mia vita: uso il retinolo ogni sera e non esco di casa senza protezione solare. Sono alla ricerca delle ultime novità per mantenermi giovane”.

In questo modo, l’azienda sarà in grado di comprendere e anticipare meglio le tue esigenze in merito al proprio settore.

Fornendo queste informazioni, il marchio ti riconoscerà più facilmente come cliente.

Distinzione tra first, second and third-party data

Distinzione tra first, second and third-party data

Tutti i dati dei clienti sono preziosi, ma varie tipologie di dati possono essere maggiormente utili per determinate attività o funzioni rispetto ad altri. Capire la differenza tra i 4 diversi tipi di dati è essenziale per identificare quale sia il più utile per un determinato progetto.

Per rendere più facile la distinzione tra i 4 tipi di dati, immaginiamo 4 diversi brand di prodotti per la cura della pelle che ti consigliano 4 prodotti diversi, ma che forniscono le loro raccomandazioni basandosi esclusivamente sui diversi metodi di raccolta dei dati.

Third-party data

Visiti un negozio e ti viene presentata una crema idratante con SPF. L’addetto alle vendite dice:

Ti presento questo prodotto poiché le persone della tua fascia demografica spesso si recano verso destinazioni con climi più soleggiati in questo periodo dell’anno.

Si tratta di dati raccolti da terze parti o da soggetti esterni, come gli aggregatori, che non sono coinvolti direttamente negli affari con il cliente. Possono provenire da diverse fonti e includere il comportamento online, le informazioni demografiche o anche la cronologia degli acquisti presso altre aziende. Possono anche provenire da cookie di terze parti, ovvero cookie inseriti nel dispositivo dell’utente da siti web che l’utente non sta visitando, ad esempio immagini o pubblicità di terze parti.

Se da un lato questi dati possono essere più ampi e offrire alle aziende una visione più completa del proprio pubblico, dall’altro sono in genere di qualità e accuratezza inferiori e comportano maggiori rischi per la privacy e problemi di conformità rispetto ad altri tipi di dati sui consumatori.

Second-party data

Nel secondo negozio che visiti ti viene presentato un grosso flacone di detergente. L’addetto alle vendite dice:

È un prodotto che hai comprato la settimana scorsa nella farmacia vicino casa, quindi te lo riproponiamo.

I second-party data sono i dati che un’azienda utilizza e che non ha raccolto direttamente. Si tratta essenzialmente di dati provenienti da un partner fidato.

Ad esempio, un marchio di mobili che ha dei propri negozi, ma che fornisce lo stock anche a negozi indipendenti, potrebbe condividere i first-party data con questi ultimi per utilizzarli come second-party data. A volte possono anche essere acquistati da altre parti fidate.

Sebbene da un lato possono essere dati di alta qualità e altamente rilevanti, dall’altro possono essere limitati nella disponibilità e inoltre comportano la dipendenza dell’azienda da un’altra organizzazione.

First-party data

Accedi al tuo account su un altro sito di e-commerce di prodotti per la pelle. Ti viene consigliato un barattolo grande di crema da notte. È lo stesso tipo di crema di cui hai ordinato un campioncino sul loro sito un mese fa.

I first-data party vengono raccolti direttamente dai clienti di un’azienda. Ciò può avvenire attraverso le visite al sito web e le interazioni tramite i cookie, la cronologia degli acquisti, le interazioni via e-mail e i registri del servizio clienti.

Sebbene si tratti di dati di prima mano e quindi più accurati rispetto a quelli di second e third-party, in genere sono di portata più limitata e possono presentare potenziali distorsioni (ad esempio, potresti puntare a un segmento di pubblico più ampio rispetto a quello precedente, ma i first-party data riguarderanno solo il segmento che attualmente acquista da te, e i loro dati potrebbero non essere applicabili ai clienti che stai cercando di attirare).

Zero-party data

Ti rechi all’ultimo negozio di prodotti per la cura della pelle. L’addetto ti consiglia un barattolo di acido ialuronico specifico. Dice:

Te lo sto consigliando poiché hai interagito con il nostro marketing e hai indicato di soffire di pelle secca nonostante l’idratazione e che quindi cercavi una soluzione. Utilizzalo prima di applicare la tua crema idratante per ottenere risultati migliori.

I zero-party data, come già detto, sono dati diretti. Sono i clienti stessi a dirti letteralmente le proprie preferenze e intenzioni. Sono i dati più aggiornati, più specifici e più accurati, che ti permettono di essere più preciso nelle tue comunicazioni, inviando il messaggio giusto, al momento giusto, alla persona giusta.

Se da un lato offrono opportunità impareggiabili di personalizzare ogni punto di contatto del customer journey e nel costruire relazioni, dall’altro sono limitati in termini di volume e di scala.

La gamification è la strategia vincente per raccogliere zero-party data

La gamification prevede l’applicazione di meccaniche di gioco per migliorare il coinvolgimento degli utenti. In sostanza, si sostituiscono i mezzi tradizionali con contenuti interattivi che sfruttano la curiosità, lo spirito competitivo o la voglia di interazione sociale degli utenti.

È un metodo per rendere i contenuti più divertenti e coinvolgenti, per catturare davvero l’attenzione di un potenziale cliente e incoraggiarlo a compiere un’azione desiderata.

Come agisce la gamification nella raccolta di zero-party data

Facciamo finta che la tua azienda sia un marchio di prodotti per la cura della pelle. Come parte di un gioco di marketing, potresti includere domande, o addirittura caselle da spuntare, in cui i destinatari possono indicare senza problemi il proprio tipo di pelle, quanto tempo dedicano alla cura della pelle, il loro budget mensile per la skincare, il loro livello di conoscenza e se sono interessati a saperne di più, oltre a dare loro la possibilità di iscriversi alla tua newsletter.

Poiché la cura della pelle è un settore vastissimo, con un’ampia gamma di tipologie di clienti, conoscere le preferenze individuali del pubblico, fornite direttamente da quest’ultimo, crea infinite opportunità di comunicazione efficace. In definitiva, per vendere è necessario comunicare nel modo giusto, quindi questa strategia può solo servire a migliorare i tassi di conversione, indipendentemente dal settore in cui si applica.

Il tipo di gioco è importante?

Sì.

Quando si crea un gioco di marketing, è necessario che sia divertente, coinvolgente e che trasmetta il messaggio del proprio marchio, ma anche che contribuisca agli obiettivi aziendali.

Il Quiz: il motore di gioco più versatile per l’acquisizione di third-party data

Il formato Quiz può aiutarti in molti modi. Sia che si tratti di sfidare il pubblico a dimostrare le proprie conoscenze in un determinato campo, sia che si tratti di valutare quanto ne sappiano su un argomento specifico, è una soluzione intuitiva per i tuoi utenti e può fornire molte informazioni utili in merito al tuo impegno nel marketing.

Il Sondaggio: una soluzione imbattibile per la segmentazione del pubblico

I Sondaggi sono un metodo facile, intuitivo e veloce per convincere molti utenti a fornirti zero-party data. Per ottenere il massimo coinvolgimento, collegali a codici QR su ricevute e fatture e incoraggiane la partecipazione offrendo un gioco a vincita istantanea al completamento, come un giro della ruota della fortuna o un gratta e vinci.

Il Quiz di Raccomandazione del Prodotto: l’asso nella manica dei contenuti ludicizzati per la raccolta di zero-party data

Sebbene si possano adottare tutte le precedenti idee di gamification per ricavare zero-party data dalle aziende che cercano di ottenere un vantaggio competitivo, il Quiz di Raccomandazione del Prodotto si pone al di sopra di tutte le strategie per scoprire le ricerche dei clienti su prodotti o categorie specifici.

Si inizia con la creazione di profili dei risultati, che sono i prodotti. Quindi si crea una serie di domande, ognuna delle quali rivela una preferenza o un’esigenza del cliente; le risposte a scelta multipla porteranno alla fine alla raccomandazione di un prodotto.

Il bello di questo gioco di marketing è che ogni singola interazione dell’utente rivela altri zero-party data. È uno scambio perfetto: mentre gli utenti giocano, le aziende e gli operatori di marketing scoprono i loro interessi.

Giochi: esca all’amo

Non si crea un gioco solo per il gusto di offrire un’esperienza divertente, ma si utilizza l’esperienza divertente per incoraggiare il comportamento degli utenti e, in ultima analisi, contribuire alle conversioni e alla crescita, sia direttamente distribuendo codici sconto o portando gli utenti a landing page strategiche attraverso un pulsante CTA, sia indirettamente attraverso la raccolta di dati o la diffusione della consapevolezza del marchio. I giochi sono il veicolo.

I migliori giochi di marketing si legano sempre al tema della tua campagna o promozione, come una partita di calcio se sei il reparto marketing di una squadra di che promuove l’esperienza dei tifosi, un gioco a vincita istantanea se sei un casinò o un contest multimediale se sei un’azienda tecnologica che organizza un concorso per vincere una nuova fotocamera digitale.

Tuttavia, che si tratti di un contest multimediale, di un quiz o anche di un minigioco casuale, è possibile includere un modulo di raccolta dati in cui incoraggiare i clienti a trasmettere i propri zero-party data.

Esperienza di gamification: per un massimo coinvolgimento e una fidelizzazione a lungo termine

Le esperienze di gamification sono un ottimo modo per massimizzare tutte le possibilità sopra elencate. Crea esperienze ludiche multi-livello utilizzando il formato del Percorso Dinamico™ per combinare uno qualsiasi dei motori di gioco presenti nel catalogo di Drimify, per raccontare la storia del tuo marchio, deliziare gli utenti e raccogliere thrid-party data, il tutto per un periodo di tempo più prolungato. Questo può offrire agli utenti diverse possibilità di fornire informazioni volontarie e farli interagire con il tuo marchio più a lungo.

I third-party data devono essere raccolti in modo costante per essere efficaci nel lungo termine

Ecco il problema di molti zero-party data. Nel corso del tempo possono cambiare.

Come consumatore, oggi posso essere un certo tipo di cliente, ma tra un paio d’anni potrei essere completamente diverso. Torniamo all’esempio della cura della pelle. Quando hai visitato per la prima volta il sito web, hai detto di volerne sapere di più. Ebbene, una volta che le campagne mirate faciliteranno l’apprendimento della tematica della cura della pelle e tu hai migliorato la routine, in pratica sei diventato un cliente diverso, con esigenze e un quadro di riferimento differenti. Sei passato a un nuovo segmento di pubblico, sia per l’azienda che per i tuoi scopi.

Questo è uno dei tanti motivi per cui la gamification a lungo termine è molto più efficace rispetto all’approccio “una tantum”. Le moderne piattaforme di gamification consentono di creare giochi con estrema facilità, di migliorarli, aggiornarli nel tempo e inserirli nei siti web e nella mailing list, rendendoli una soluzione ideale per generare passivamente zero-party data.

Raccogli, arricchisci, ripeti

Quindi, cosa fare una volta raccolti tutti i zero-party data?

Dipende dal tuo tipo di attività e dal tuo obiettivo attuale, ma la prassi generale prevede quanto segue:

  1. 💰 Arricchisci il tuo software di gestione delle relazioni con i clienti e i database con tutto ciò che hai imparato sui tuoi utenti.
  2. 🗂️ Identifica se hai scoperto un nuovo profilo di cliente e, in caso affermativo, inizia a personalizzare i contenuti e i percorsi per servire meglio quel segmento.
  3. 🎨 Utilizza i dati per iniziare a personalizzare i percorsi dei clienti. Assicurati che siano inseriti nelle mailing list corrette, in modo che ricevano le promozioni, i contenuti e i materiali su misura per loro.

Consiglio di esperto

Avere a disposizione una quantità affidabile di third-party data sui clienti è fantastico ma, avendo un tempo limitato, il loro utilizzo può risultare un lavoro impegnativo. Assicurati di utilizzare un software aggiornato di marketing automation per massimizzare il potenziale che si può trarre dalla personalizzazione dell’esperienza del cliente.

Ad esempio, se dai tuoi zero-party data sai che un cliente non soffre di pelle secca, sarebbe inutile, e persino dannoso per la relazione commerciale, continuare a suggerire prodotti specificamente formulati per la pelle secca. Al contrario, se tutte le tue comunicazioni in ogni punto di contatto con il cliente sono precise e i tuoi consigli sui prodotti sono mirati, le tue possibilità di conversione si moltiplicheranno all’infinito.

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